NON SI PUO'
MORIRE
BALLANDO
Due fratelli, Massimiliano e Gianluca, vivono il dramma di una malattia da un’angolazione diversa dello stesso letto di un ospedale. Uno è seduto su una sedia. L'altro su quel letto è sdraiato da settimane.
Massimiliano ha tre mesi di vita, colpito da una rara malattia chiamata “le cellule dormienti”, di cui non si conosce la cura e dalla quale non si può guarire.
Gianluca, che trascorre ormai la maggior parte del suo tempo libero con il fratello trascurando il già delicato rapporto con la moglie, non si dà per vinto. Viene a conoscenza dell’esistenza di un vecchio studio sulla malattia, pubblicato in un libro mai più ristampato, realizzato a inizio carriera dal Primario dell’ospedale, il Professor Amadei, con l’ex amico e collega, il Professor Bertolucci. Gianluca, non trovando sostegno nel Primario che ora disconosce il suo studio giovanile, si mette sulle tracce del Professor Bertolucci, ritiratosi dalla professione da anni e che ritrova dedito alla sua nuova grande passione, la pesca.
Il Professore, inizialmente respingente, finisce per far dono a Gianluca della sua unica copia del libro. Il percorso è quello di affrontare la malattia attraverso l'elogio del ricordo. Rivivere le emozioni di una vita, quelle che fanno vibrare il cuore, tremare l'anima, magari può risvegliare le cellule dormienti di Massimiliano. Gianluca decide di affidarsi a dei giovani attori amatoriali per mettere in scena alcuni dei ricordi più vividi del fratello, ormai troppo debole per uscire dall’ospedale.
Forse un metodo, forse una cura. Forse solo una bella favola d'amore...
Genere: Commedia
Regia: Andrea Castoldi
Attori: Salvatore Palombi, Mauro Negri, Gianni Quillico, Lorenza Pisano, Jvonne Giò, Marco Speziali, Danny Duyko, Rebecca Amodeo, Valentina Scuderi, Alessandra Brambilla
Durata:85 min
Critica: un film sincero diretto con il coinvolgimento e la passione di chi conosce bene ciò che sta raccontando.
Gianluca è in ospedale con una diagnosi che gli concede ancora tre mesi di vita. Ha una malattia rara provocata da “cellule dormienti”. Suo fratello Massimiliano lo assiste costantemente. Quando viene a conoscenza di un vecchio studio sull’argomento, pubblicato molti anni prima ma poi abbandonato e mai ristampato, si dà da fare per ottenerlo e si impegna per metterne in pratica la teoria: far rivivere al paziente alcune emozioni potrebbe ‘risvegliare’ le cellule.
Andrea Castoldi con questo film mette finalmente in gioco i sentimenti basandosi su un’esperienza diretta che lo ha visto assistere una persona cara.
Che il coinvolgimento emotivo sia forte lo si comprende anche dalla frase che accompagna il titolo: “La vita altro non è che una distesa di fiori profumati con una lavatrice rotta piazzata nel mezzo”. È al ricordo di questi fiori che, nel momento in cui la lavatrice rotta finisce con il dominare la scena, ci si deve appellare per aiutare chi finisce con l’essere concentrato sulla sofferenza. Si possono allora affrontare i ricordi dei momenti più emozionanti vissuti nel passato per provare a ripartire.
Ciò che però più conta è l’analisi profonda, perché vissuta, dell’atteggiamento di chi assiste al possibile progressivo degrado di una persona a cui vuole bene. Chiunque l’abbia sperimentato sa come la struttura ospedaliera, per la sua stessa natura e non per malanimo, tende a rendere i parenti passivi. Sono i medici e gli infermieri a doversi occupare del malato. Gli altri debbono attenersi al ruolo di coloro che assistono ma che con la loro presenza possono sostenere chi soffre. Massimiliano fa di più: mettendo a rischio anche la propria unità familiare, guidato dall’amore fraterno.
Il Castoldi soggettista e sceneggiatore a capo di una produzione davvero indipendente centra quindi l’obiettivo. TORNA ALLA HOME PAGE