BELFAST Rivergaro - giovedì 31 agosto: ore 21:15 entrata libera fino ad esaurimento posti

 

BELFAST

 

Nell’estate del 1969 Buddy, un bambino di nove anni, sa esattamente chi è e da dove viene. È figlio della classe operaia di North Belfast, felice, amato e al sicuro. Il mondo di Buddy è una vita vissuta in strada divertendosi, nel cuore di una comunità unita e solidale.

È qui che vive la sua famiglia numerosa, nella stessa strada, e dove è impossibile perdersi perché a Belfast si conoscono tutti, o almeno così sembra. Nel tempo libero Buddy si immerge nell’ombra di un cinema o davanti alla televisione, a guardare i film e la TV americana per lasciarsi trasportare nel mondo dei sogni.

Ma mentre gli anni ’60 volgono al termine, e l’uomo muove i primi passi sulla Luna, gli ultimi giorni di agosto trasformano i sogni d’infanzia di Buddy in un incubo. Il latente malcontento sociale esplode improvvisamente, e si intensifica con grande rapidità. Prima un attacco mascherato, poi una rivolta e infine un conflitto in tutta la città, con la religione che alimenta le fiamme. Cattolici e protestanti, amorevoli vicini solo un istante prima, diventano nemici mortali.

Buddy deve dare un senso al caos e all’isteria, e a questo nuovo panorama di lockdown, popolato da eroi e cattivi, una volta intravisto solo sullo schermo del cinema, ma che ora minaccia di capovolgere tutto ciò che conosce e ama, proprio mentre dietro casa si svolge uno scontro epico.

Sua madre fatica a farcela, e suo padre lavora in Inghilterra cercando di guadagnare abbastanza soldi per sostenere la famiglia. Regna la legge vigilante, le vite degli innocenti sono minacciate. Buddy sa cosa aspettarsi dai suoi eroi – ha passato ore davanti a western come Mezzogiorno di fuoco e L’uomo che uccise Liberty Valance – ma suo padre può essere veramente l’eroe di cui ha bisogno? Sua madre sacrificherà il suo passato per proteggere il futuro della sua famiglia? Come possono essere messi al sicuro i suoi tanto amati nonni? E come può continuare ad amare la ragazza dei suoi sogni?

Le risposte si trovano nel viaggio avvincente, divertente, toccante e straziante di Buddy attraverso le rivolte, la violenza, la gioia e la disperazione dei rapporti familiari e l’agonia del primo amore; il tutto accompagnato da danze, musica e risate che solo gli irlandesi possono raccogliere quando il mondo si capovolge.

Perché cos’altro può fare Buddy? Questo è il suo unico mondo. Questa è Belfast.

 

Genere: Biografico

 

Regia: Kenneth Branagh

 

Attori: Jamie Dornan, Jude Hill, Caitriona Balfe, Judi Dench, Ciarán Hinds, Lara McDonnell, Gerard Horan, Turlough Convery, Conor MacNeill, Bríd Brennan, Gerard McCarthy, Sid Sagar, Zak Holland, Barnaby Chambers, Olive Tennant, Josie Walker

 

Durata: 98 min

 

Critica: La guerra civile tra protestanti e cattolici in Irlanda del Nord vista attraverso gli occhi di un bambino nel film più autobiografico di Kenneth Branagh.

Le gru si stagliano verso l’alto a indicare una città oggi in trasformazione, riappacificata, a colori. Il museo, le statue, il cielo e i graffiti. La musica di Van Morrison scorre nelle strade della sua Belfast, finché i colori svaniscono e subentra una didascalia a indicare l’agosto del 1969, ovvero il principio della guerra civile tra cattolici e protestanti. Inizia così il film più autobiografico di Kenneth Branagh, forse il migliore. Con un viaggio della memoria che, come Roma di Alfonso Cuarón, ha bisogno del filtro fotografico/mnemonico del bianco e nero, del recupero di uno sguardo fanciullo che rievochi ricordi e li rimetta in scena. Iniziamo col dire allora che Belfast non è un film di tempo e spazio, ma di scene, di personaggi da far rivivere. È quindi un film tanto indissolubilmente cinematografico quanto indissolubilmente teatrale, come sempre avviene in Branagh, spesso con risultati alterni. Certo qui il suo sguardo replica quello di sé bambino alla fine degli anni ’60, interpretato dall’esordiente Jude Hill. Lui è Buddy un ragazzino di famiglia protestante che ama andare al cinema, vedere western in Tv, giocare a pallone con gli amici e leggere Thor (!). È anche innamorato della compagna di classe Catherine (cattolica scopriamo alla fine) e cerca di conquistarla seguendo i consigli del nonno malato (Ciaràn Hinds). Vive in una strada abitata da cattolici e protestanti, dove la convivenza comincia a farsi problematica. In Irlanda del Nord sta per iniziare la sanguinosa stagione delle intimidazioni, delle barricate, delle bombe e dei cecchini. Per questo il padre (Jamie Dornan), un carpentiere che lavora in Inghilterra e può tornare solo saltuariamente in città, vorrebbe portare tutti con sé e abbandonare Belfast.

Il piccolo protagonista è sempre il punto di vista o di ascolto della scena. Spunta ai margini dell’inquadratura, dietro una finestra in profondità di campo. E sente, osserva, attraversa il set. Guarda schermi cinematografici (Un milione di anni fa con Rachel Welch, Citty Citty Bang Bang) o palcoscenici (A Christmas Carol) che diventano improvvisamente a colori nella sua esperienza da spettatore – idea naif certo, ma è puro Branagh! – e pensa ossessivamente alle parole del pastore sulla strada da percorrere. Spia le liti dei genitori (straordinaria Caitríona Balfe nel ruolo della madre) e le loro riconciliazioni. Ma c’è anche un dialogo continuo con la musica di Van Morrison, che qui comprende otto suoi classici, un inedito e brevi parti strumentali. Di fatto è la coprotagonista del film, quasi una seconda anima della città, la “sceneggiatura” parallela che Branagh usa come bussola emotiva e spirituale, ancor prima che storica.

Branagh mette a nudo le sue origini, il suo passato, il legame con la sua terra. Segue la via tracciata dal grande John Boorman, quella “piccola”, intimista. Una strada, due appartamenti, qualche vicolo, la Storia che entra dal piccolo schermo della televisione o dalla radio. Un’economia di mezzi e set a cui contrappone ricchezza e vissuto dei personaggi. Alla fine, il suo è un film dedicato alle persone. A una famiglia/comunità perduta da ricordare con rimpianto e amore…                 A quelli che sono rimasti, a quelli che sono partiti, a quelli che si persi lungo la strada! TORNA ALLA HOME PAGE