LIMONOV giovedì 19, venerdì 20, sabato 21, domenica 22: ore 21:00 sabato 28, domenica 29: ore 18:30 #Limonov

 LIMONOV

 

Limonov, film diretto da Kirill Serebrennikov, racconta la scandalosa storia del poeta radicale sovietico Eduard Limonov (Ben Whishaw). Dopo aver raggiunto una certa fama in patria, si trasferì a New York, dove visse anche come senzatetto, per poi tornare in Europa, a Parigi. Qui Limonov entrò nei circoli letterari francesi e ricevette perfino la cittadinanza.

Una volta tornato in patria, dopo la caduta dell'URSS, non solo venne definito un antieroe politico, ma fu attivissimo in politica specialmente in campo bellico.

Limonov è stato descritto in diversi modi o, meglio, è stato tante cose: militante rivoluzionario, delinquente, scrittore underground, maggiordomo di un miliardario di Manhattan, amante delle belle donne, attivista politico, guerrafondaio. È stato tutte queste persone, ma anche un poeta e romanziere, che ha raccontato la sua grandezza, imprimendo nell'inchiostro tutto se stesso. Il racconto della vita di Eduard Limonov è anche un viaggio tra la Russia, l'America e l'Europa nella seconda metà del XX secolo.

 

Genere: Biografico, Drammatico

 

Regia: Kirill Serebrennikov

 

Attori: Ben Whishaw, Viktoria Miroshnichenko, Tomas Arana, Corrado Invernizzi, Evgenij Mironov, Andrey Burkovskiy, Odin Lund Biron, Ivan Ivashkin, Masha Mashkova, Victor Solé, Alexander Prince Osei, Sandrine Bonnaire, Louis-Do de Lencquesaing

 

Durata:133 min

 

V.M. 14

 

Critica: Un'opera visionaria sulla travolgente e complessa vita di Eduard Limonov, dalla strada alla fama.

Presentato in concorso allo scorso Festival di Cannes, Limonov è il film diretto da Kirill Serebrennikov che, ispirandosi all'omonimo, celebre e bellissimo romanzo di Emmanuel Carrére (edito in Italia da Adelphi)

Eduard Limonov, dissidente comunque mai allineato neppure con la dissidenza, lascia l'Unione Sovietica per vivere a New York dove, continuando a scrivere, vive prima da homeless per poi diventare maggiordomo di un ricco intellettuale. Tra grandi amori che iniziano e finiscono diventa famoso grazie alle sue pubblicazioni in Francia fino a fondare un partito che si definisce bolscevico e nazionalista.

La scrittrice Yasmina Reza, nella sua introduzione alla biografia romanzata a lui dedicata da Emmanuel Carrère così definisce Limonov: "Eroe che l'ombra, la monotonia dei giorni e i semplici piaceri della vita quotidiana uccidono più di ogni altra malattia. Il personaggio romanzesco che Limonov sogna di essere vuole il rumore, la luce accecante e la frenesia".

Come è noto il progetto del film ha visto un passaggio di prese in carico non proprio usuale. Inizialmente doveva dirigerlo Saverio Costanzo che ha poi passato la mano. La scelta è caduta allora su Pawel Pawlikowski che ha scritto una sceneggiatura che è stata utilizzata da Serebrennikov dopo che il regista polacco ha maturato l'idea di non riuscire ad apprezzare fino in fondo la figura di Limonov.

Si tratta di segnali che vanno al di là di semplici o complesse questioni produttive perché finiscono con l'incontrarsi (o lo scontrarsi) con una personalità così debordante e contraddittoria tale da lasciare il segno anche dopo la propria scomparsa. Ben lo sapeva Carrère quando è riuscito a condensare il magma esistenziale dell'uomo in 365 pagine in cui ha approfittato dell'incontro per rivedere anche la propria vita.

Serebrennikov affronta la sfida innanzitutto da russo, cioè da artista capace di leggere nel profondo l'anima tormentata non solo del suo protagonista ma anche quella di un intero popolo in un ampio arco temporale. Lo fa con la visionarietà che gli è propria che gli consente improvvisi mutamenti di stile e di ritmo che accompagnano i movimenti tellurici, ondulatori e sussultori, della vita dello scrittore. Talvolta si attarda sulle vicende sessual sentimentali di Eduard per poi scattare verso la prossima meta, che sia di ribellione protestataria o di disperato bisogno di riconoscimento.

In un affilato cameo interviene quasi specularmente sull'incontro tra Limonov (all'epoca maggiordomo) ed Evtušenko. Se il noto poeta russo viene accusato dall'esule di flirtare sia con il potere interno che con l'Occidente si viene quasi spinti a pensare che, anche contro la sua volontà cosciente, Limonov abbia a sua volta finito con l'essere apprezzato all'Ovest mentre cercava un'audience all'Est. Con la differenza che la sua, questo emerge dal film, è sempre una lotta contro il più forte in favore dei più diseredati anche se questo lo spinge su posizioni assolutiste e politicamente contraddittorie.     TORNA ALLA HOME PAGE